Un contributo di Gianfranco Borrelli, pubblicato sull’edizione on-line di Treccani, ci introduce agli studi sulla ragion di Stato, all’insieme delle semantiche che rinviano alla nozione di ragion di Stato e ai passaggi storiografici più significativi che mostrano quanto sia stato rilevante l’interesse della comunità scientifica per una categoria del pensiero politico che appare ancora oggi ineludibile.
Author: admin_ragion1
Ragion di Stato
L’espressione ragion di Stato appartiene al linguaggio ed alla cultura politica del tardo Rinascimento. Interrogarsi ancora oggi sull’esperienza storica e teorica delle Ragion di Stato permette di porre in risalto, nella cosiddetta globalizzazione, di quanto ancora attuale sia l’indagine sulle ragioni che fondano, giustificano e orientano l’operato dello Stato e sui problemi relativi alle arti, alle tecniche e alle tecnologie della su conduzione.
La psicoanalisi tra Kultur e civilizzazione
Psicoanalisi e politica alla prova dei nuovi disagi nella civiltà. Un seminario con gli studiosi Felice Ciro Papparo e Bruno Moroncini presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università “Federico II” di Napoli. Mercoledì 23 gennaio, ore 10-13. Clicca Clicca per maggiori informazioni.
Democrazia
L’importanza che a partire dagli anni ’90 del secolo scorso hanno assunto gli studi sulla ragion di Stato è parte del ravvivarsi di un più ampio dibattito sul ruolo dello Stato e sulle forme della democrazia politica nel contesto della cosiddetta globalizzazione e dell’affermarsi di forme nuove di governance globale e locale.
Genealogie 1
Gianfranco Borrelli, Machiavelli, ragion di Stato, polizia cristiana. Genealogie 1, Napoli, Cronopio, 2017. La storia dell’Italia moderna è attraversata da laceranti antagonismi, normalmente irrisolti e coperti. L’indagine genealogica fa risalire questa condizione a una matrice che prende forma dal Cinquecento; essa rinvia a tre generi di soggettivazioni che indirizzano la fuoriuscita degli Stati regionali dal tracollo…
InnovAzioni
Nell’epoca in cui sembrano svaniti gli orizzonti della Rivoluzione e del Progresso, si impone la categoria di Innovazione. Per diventare categoria politica attiva, l’innovazione deve però essere sottratta ad una riduzione agli ambiti della tecnologia e del mercato. Noi riteniamo che invece l’Innovazione possa diventare uno strumento concettuale utile alla comprensione e all’indirizzo etico, politico e sociale delle società e delle culture democratiche.